"Ogni volta che celebri la vita, celebri l'unicità delle tue esperienze. Col tempo questa pratica abbatte le barriere tra l'amore che provi per te stesso e l'amore che sei in grado di restituire a chi ti sta intorno".
Roberta Bargone
Le citazioni possono essere belle da leggere, possono inspirare, possono incoraggiare per brevi istanti ma poi tutto finisce lì, come un lampo che svanisce dopo una frazione di secondo. La vita corre troppo in fretta per soffermarci. Quindi le domande sorgono lecite: ma le affermazioni possono davvero aiutarci nel concreto migliorando la vita di tutti i giorni?
La mia risposta è: dipende da come le leggiamo. Torniamo per un attimo alla parola "celebrare" all'interno della citazione. Spesso pensiamo sia legata solo ed esclusivamente ad eventi comunemente percepiti come positivi, come stati d'animo di gioia, festeggiamenti di traguardi importanti, una vittoria, un bell'acquisto o la nascita di un nuovo progetto. Sebbene questi siano alcuni motivi degni di celebrazioni, la frase in alto ci esorta a guardare oltre l'ovvio. Quello che è ovvio, facilmente osservabile, spesso ci trae in inganno perché ci fa vedere solo un aspetto delle cose, cioè quello superficiale, nonché quello più semplice da cogliere.. La celebrazione della vita è qualcosa che va oltre. Non è solo ed esclusivamente legata ai successi, traguardi, gioie, feste, i momenti in vacanza, quando arriva lo stipendio, etc. La celebrazione della vita in OGNI suo ASPETTO è quello che la rende unica. Se riflettiamo ci rendiamo conto che siamo in grado di percepire le diverse sfumature della gioia, perché abbiamo sperimentato le sensazioni opposte. Quindi tutto questo affannarsi della società moderna che deve per forza ostentare degli ideali di felicità associati SOLO al successo spesso riservati ai più bravi, o ai più belli, a chi è ricco, a chi ricopre certe posizioni sociali, a chi possiede la villa al mare etc, si configura come niente di più illusorio al fine del raggiungimento dell'armonia nelle nostre vite. Quindi si rischia di mettersi in corsa verso una destinazione che non esiste, per poi forse rendersi conto che abbiamo sprecato il nostro tempo e risorse cercando la felicità nell'unico posto dove non c'era!
La celebrazione del fallimento
Nessuno si impegna a promuovere l'AMORE per il fallimento. Perchè fallire è scomodo. Non ci piace. Se ne parla poco, o non se ne parla affatto. Ma il FALLIMENTO è anche l'unico ingrediente che ci ha elevati attraverso secoli di storia, anche grazie ad esso siamo andati avanti. Questo andare avanti per prova ed errore, attraverso successi e fallimenti è l'unica vera legge naturale. Non L'ha inventata nessuno di noi. Noi al massimo ci possiamo adattare e comprenderne il significato. Quindi perchè non celebrare successi e fallimenti? Perchè non adottare questo bello slogan in famiglia, a scuola, all'università e nella vita di tutti i giorni?
"Festeggio i miei successi e imparo dai fallimenti"
Il fallimento è una grande opportunità per ricominciare facendo meglio la seconda volta. Dobbiamo capire che la vita è un gioco dove non si PERDE MAI. Solo con la sperimentazione continua riusciamo a comprendere il mondo circostante. Comprendiamo la vita anche attraverso i momenti in cui siamo giù o sopraffatti dalla noia, quando facciamo una brutta performance, quando ci sentiamo delusi, quando ci facciamo abbattere da un momentaneo stato di malattia. In questa visione non si tratta di cercare a tutti i costi di essere felici ogni giorno, ma di apprezzare, celebrare e amare noi stessi SOPRATTUTTO nei giorni in cui non ci sentiamo al top, quando sentiamo che ci manca qualcosa, perché quello stato d'animo non è altro che un invito a guardare oltre, per ricordarci che il nostro corpo lavora per noi, mai contro, e lo farà al meglio se gli doniamo amore e ce ne prendiamo la giusta cura.
Tutti i momenti della vita, vanno dunque celebrati perché determinano il nostro personale approccio alla vita. La nostra chiave di lettura.
Solo allora saremo in grado di interpretare la realtà in maniera diversa, ma questa volta consapevoli che la realtà non cambia. Abbiamo cambiato il nostro modo pensare, ci siamo evoluti, e lo stiamo ancora facendo, ce la stiamo mettendo tutta, come un bimbo che cade e si rialza, stiamo andando avanti, ci stiamo tutti supportando lungo la strada, in maniera più o meno evidente.
Quando questo viene compreso fino in fondo, non si può non amare se stessi con tutte le proprie forze, non si può non amare il pacchetto di fragilità con il quale veniamo al mondo. Non possiamo non riconoscere parte di noi negli altri.
Perché io e te in fondo siamo molto più simili che diversi.
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